
La merceologia tessile rappresenta una disciplina fondamentale nel mondo della moda, fornendo una comprensione approfondita delle fibre, dei tessuti e dei processi produttivi. Questa conoscenza è essenziale per chiunque lavori nel settore, dai designer ai produttori, fino agli esperti di sostenibilità.
La merceologia tessile è lo studio dei materiali tessili, dalle materie prime ai prodotti finiti, che ne analizza le caratteristiche, le provenienze e le applicazioni. Include l’analisi delle fibre naturali, artificiali e sintetiche, i processi di filatura e tessitura, e i trattamenti di finissaggio che determinano l’aspetto finale e la funzionalità dei tessuti.
L’Istituto di Moda Burgo di Bologna ha organizzato 4 giornate di formazione intensiva in “Merceologia per la moda” nei mercoledì dal 22 gennaio al 12 febbraio 2025. Qui puoi scaricare il programma dettagliato del corso.
Le fibre tessili si classificano in due grandi categorie: le fibre naturali e le fibre man-made.
Fibre naturali
– Vegetali: come il cotone, il lino o la canapa. Queste fibre sono apprezzate per la loro traspirabilità, versatilità e sostenibilità. Il cotone, ad esempio, è diffuso per abbigliamento quotidiano grazie alla sua morbidezza e resistenza. Il lino, noto per la sua freschezza e leggerezza, è ideale per capi estivi. La canapa, invece, è una fibra particolarmente sostenibile, robusta e resistente all’usura, con applicazioni che spaziano dall’abbigliamento agli accessori.
– Animali: includono la lana, la seta e altre fibre pregiate come il cashmere o l’alpaca, celebri per la loro morbidezza, capacità isolante e raffinatezza. La lana, ampiamente utilizzata in capi invernali, offre un ottimo isolamento termico e traspirabilità. La seta, sinonimo di lusso e raffinatezza, è apprezzata per la sua texture liscia e brillante. Il cashmere, ricavato dal vello di capre himalayane, è rinomato per la sua estrema morbidezza e leggerezza, mentre l’alpaca offre calore e una straordinaria resistenza nel tempo.
Fibre man-made
– Artificiali: derivate da materiali naturali rigenerati, come la viscosa, il modal o il lyocell. La viscosa, ottenuta dalla cellulosa, è nota per la sua versatilità e morbidezza, rendendola ideale per capi leggeri e confortevoli. Il modal, anch’esso derivato dalla cellulosa, si distingue per la sua elevata capacità di assorbire l’umidità e la resistenza al restringimento, rendendolo perfetto per l’abbigliamento intimo e sportivo. Il lyocell, infine, rappresenta un’innovazione ecologica, prodotto con un processo a basso impatto ambientale, ed è apprezzato per la sua sostenibilità e l’aspetto setoso.
– Sintetiche: prodotte chimicamente, come il poliestere, il nylon, l’acrilico o il polipropilene, si distinguono per la loro resistenza, versatilità e costo contenuto. Spesso si distinguono anche per la loro elevata impronta ambientale. Il poliestere, una delle fibre più utilizzate al mondo, è apprezzato per la sua durabilità e la capacità di mantenere la forma. Il nylon, noto per la sua elasticità e resistenza all’abrasione, è spesso impiegato in abbigliamento sportivo e accessori. L’acrilico, leggero e caldo, viene utilizzato come alternativa alla lana, mentre il polipropilene è particolarmente adatto per tessuti tecnici grazie alla sua impermeabilità e resistenza chimica.
Vuoi approfondire il mondo delle fibre tessili? . Scopri il corso breve in Merceologia tessile per la moda!
La filatura è il processo che trasforma le fibre in filati. Questo processo comprende molteplici passaggi che possono variare a seconda del tipo di fibra e della tecnologia utilizzata. Si parte in genere dalla preparazione delle fibre, che include operazioni come la cardatura o la pettinatura per ottenere un materiale uniforme, per poi torsionare insieme le fibre per formare un filato continuo. Esistono diversi metodi di filatura:
Filatura tradizionale: adatta soprattutto a fibre naturali. Questo metodo prevede l’uso di fusi o macchine a filatura ad anello, che conferiscono al filato una consistenza regolare e resistente.
Filatura chimica: utilizzata per fibre artificiali e sintetiche. In questo caso, le fibre vengono prodotte attraverso un processo chimico e poi filate, spesso mediante metodi come la filatura a umido, a secco o a fusione.
La torsione è un elemento chiave nella filatura, influendo direttamente sulle proprietà del filato, come la resistenza, l’elasticità e la morbidezza. Ad esempio, un filato con alta torsione sarà più resistente ma meno morbido, mentre una bassa torsione darà un filato più soffice ma meno robusto.
La qualità del filato è inoltre determinata dalla titolazione, ossia il rapporto tra peso e lunghezza del filato, che varia a seconda delle applicazioni: filati più sottili per tessuti delicati e filati più spessi per tessuti robusti.
La tessitura è la fase in cui i filati si intrecciano per formare il tessuto, dando origine a diverse tipologie di armature, ciascuna con caratteristiche uniche. Le armature più comuni includono:
Tela: semplice e versatile, caratterizzata da un intreccio regolare che la rende resistente e adatta a molti usi, come camicie e lenzuola.
Raso: liscio e lucente, ottenuto con un intreccio che minimizza i punti di legatura, ideale per capi eleganti e tessuti decorativi.
Damasco: tessuto decorativo con disegni a contrasto ottenuti attraverso l’uso di particolari armature, spesso impiegato in arredi e abbigliamento di lusso.
Spigato: un tessuto con un motivo a “lisca di pesce”, spesso usato per giacche, cappotti e abiti formali grazie alla sua robustezza ed eleganza.
I finissaggi sono trattamenti applicati ai tessuti per migliorarne le caratteristiche estetiche e funzionali, rendendo i prodotti finali più adatti alle diverse esigenze. Si dividono in:
Finissaggi estetici: come la smerigliatura per un effetto vellutato, il calandraggio per una superficie lucida e uniforme, o la plissettatura per creare texture decorative.
Finissaggi funzionali: comprendono trattamenti come l’impermeabilizzazione per proteggere dall’acqua, l’ignifugazione per la sicurezza contro il fuoco, e l’antibatterico, sempre più richiesto in ambiti sanitari e sportivi.
L’industria tessile è in continua evoluzione, trainata da tecnologie all’avanguardia e dalla crescente attenzione verso la sostenibilità. Alcune delle innovazioni più significative includono:
Tessuti intelligenti: che reagiscono a stimoli esterni come temperatura, umidità o luce. Ad esempio, materiali termoregolanti che si adattano al calore corporeo per garantire comfort costante o tessuti fotocromatici che cambiano colore con l’esposizione alla luce, ideali per abbigliamento innovativo e creativo.
Materiali sostenibili: tra cui le fibre vegetali biologiche, le fibre riciclate e i tessuti derivati da scarti industriali o agricoli. Questi materiali offrono un’alternativa ecologica senza compromettere la qualità.
Processi produttivi innovativi: come l’utilizzo di coloranti biologici per minimizzare l’impatto ambientale e nuove tecniche di riciclo dei materiali tessili, che consentono di riutilizzare scarti di produzione per creare tessuti di alta qualità.
La conoscenza approfondita dei materiali è essenziale per promuovere una moda più responsabile. Saper scegliere le fibre necessarie consente di ridurre gli sprechi e la consapevolezza dei processi produttivi aiuta è prerequisito per poterli innovare.
La merceologia tessile è il cuore della progettazione e produzione di capi di moda. Comprendere le caratteristiche delle fibre, i processi di filatura e tessitura, e le innovazioni del settore consente ai professionisti della moda di creare prodotti di qualità, rispondendo alle sfide e alle opportunità di un settore in costante cambiamento.
L’Istituto di Moda Burgo di Bologna ha organizzato 4 giornate di formazione intensiva in “Merceologia per la moda” nei mercoledì dal 22 gennaio al 12 febbraio 2025. Qui puoi scaricare il programma dettagliato del corso. Le iscrizioni sono aperte!
ORARI APERTURA
Lunedì: 08:45 – 16:00
Martedì: 08:45 – 16:00
Mercoledì: 08:45 – 16:00
Giovedì: 08:45 – 16:00
Venerdì: 08:45 – 16:00
Sabato e Domenica Chiuso
CORSI
CONTATTI